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S.Andrea a Mantova e l’opera di Leon Battista Alberti

Nella città storica di Mantova possiamo ammirare le numerose bellezze artistiche di epoca rinascimentale che caratterizzano le strade. Tra queste S.Andrea a Mantova.

Chiaramente tra queste opere vi rientrano anche le chiese ideate da Leon Battista Alberti il quale fu un grande innovatore dell’arte edificatoria di chiese e palazzi. Egli diede un nuovo gusto classicizzante alle sue architetture che saranno influenti sulle quelle future.

In questo articolo andremo ad analizzare la basilica di Sant’Andrea a Mantova, una chiesa che andrà a sostituirne una più piccola preesistente.

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La storia dell’edificazione di sant’andrea a Mantova è articolata e complessa. Nel seguente articolo vedremo brevemente quali sono state le tappe fondamentali e le caratteristiche stilistiche di questa chiesa. Per un approfondimento sulle peripezie dell’edificazione di Sant’Andrea, consigliamo la seguente lettura che ripercorre anche la storia della famosa reliquia del sacro sangue di Cristo.

La reliqua sacra come motore dello sviluppo Urbano di Mantova

Un elemento interessante della città di Mantova è proprio l’idea della costruzione della città intorno tale reliquia. Nel libro Paesaggi del sacro. La Chiesa come elemento ordinatore del territorio. Mantova, Sant’Andrea e la Reliquia del Preziosissimo sangue di Gesù, vegono analizzate le motivazioni storiche e sociologiche alla radice degli insediamenti religiosi, e di come essi influiscano significativamente lo sviluppo urbano, fungendo da catalizzatori nel tessuto delle città. Questo concetto, esemplificato dall’evoluzione di Mantova, considera sia le caratteristiche architettoniche delle chiese sia il loro simbolismo nel paesaggio urbano.

Un simile sviluppo intorno le reliquie religiose, è accaduto anche a Colonia, Germania. Nel famoso duomo gotico di Colonia infatti è possibile trovare le reliquie dei Re Magi, argomento che abbiamo approfondito nel seguente articolo su ArtAut.com

Storia del progetto

Prima della realizzazione del progetto di Leon Battista Alberti, anche Manetti propose un progetto. Tale progetto venne successivamente alterato da Leon Battista Alberti e accettato dal Signore di Mantova, Ludovico Gonzaga.

Nel 1472 venne demolita la chiesetta preesistente. Nello stesso anno i progetti per la nuova chiesa di Sant’Andrea cominciarono. Sfortunatamente Leon Battista Alberti, ormai anziano, non vedrà portati a termine i lavori, morendo lo stesso anno dell’inizio della costruzione. In questo modo il cantiere di Sant’Andrea a Mantova passerà all’architetto Fanelli, il quale cercherà di realizzare il progetto di Leon Battista Alberti.

La chiesa di s.Andrea a Mantova e l’inizio dei lavori

A partire dal 1494 la volta a botte della navata e la crociera erano stati iniziati e portati a compimento. La volta a botte, costruita secondo i canoni degli scritti albertiani, la navata unica con le sue mura donano l’idea di forza e resistenza strutturale.

Le cappelle laterali che si alternano per dimensione concorrono, anche grazie alle linee semplici, ad un effetto di grandiosità senza precedenti.

Leon Battista Alberti metterà in opera più di un canone derivante dai suoi trattati teorici sull’architettura . Ad esempio per lui le volte a botte devono innalzarsi al di sopra della base circolare della cupola, in modo da non coprirla dalla vista a causa della cornice che si crea nel semicerchio tra volta e cupola.

Ogni elemento è sempre calcolato in proporzione agli altri, in modo da creare un’armonia visiva che porterà alla messa in pratica delle leggi prospettiche.

Elementi tipici di Leon Battista Alberti:

  • pilastri con alti piedistalli
  • porte incorniciate da pilastri
  • cornici ben modellate

La luce in S.Andrea a Mantova di Leon Battista Alberti

In sant’Andrea spicca l’utilizzo innovativo della luce che dona un effetto particolare all’intera struttura. Alberti mette di nuovo in pratica le sue teorie sull’edificazione e sulle giuste leggi delle proporzioni, coinvolgendo anche l’illuminazione degli edifici.

Quello che vediamo è un effetto di fioca luce crepuscolare, quasi paradisiaca, ottenuta dalle aperture laterali nelle nicchie e cappelle, e dalla facciata con il suo rosone semicoperto.

Possiamo ammirare come l’abile Leon Battista Alberti sia stato capace di rendere persino la luce un elemento strutturale. Essa concorre in maniera studiata ad ottenere l’effetto al quale egli ambiva nella basilica di Sant’Andrea a Mantova.

La facciata

Il portone della facciata è stato ideato volutamente di piccole dimensioni. Questo particolare viene camuffato dal grande arco che lo incornicia, fungendo esso stesso da portone d’entrata.

La facciata si alterna entro quattro grandi pilastri che attraversano in lunghezza la chiesa. Essi poggiano su dei grandi piedistalli, ovvero un altro elemento tipico albertiano.

Questo utilizzo grandioso del pilastro verrà utilizzato anche da famosi architetti come Palladio. L’influenza di Alberti sarà fondamentale per numerosi personaggi nella storia dell’architettura.

Questi grandi pilastri corinzi supportano la trabeazione e il frontone.

Il portone centrale, come abbiamo già detto, non ha grandi dimensioni, e si inscrive all’interno di un grande arco recesso incorniciato da un piccolo ordine di pilastri corinzi più piccoli.

La volta a botte retrocessa, partendo dall’arco fino ad arrivare al portone, è decorata da cassettoni che danno un’idea di profondità alla recessione stessa.

Echi romani in S.Andrea a Mantova

Le ali laterali della facciata sono più basse, e vi troviamo due entrate di dimensione molto simile al portone centrale, senza cornice, ma sovrastate da una nicchia, per poi finire in due finestre arcuate.

Questo tipo di facciata ricorda molto l’arco di trionfo di Tito, una delle tante antichità romane a Mantova che Leon Battista Alberti studiò con molta attenzione per ispirarsi ad esse nei suoi progetti.

I lati della basilica di S.Andrea a Mantova

I lati della chiesa sono costituiti da contrafforti e archi ciechi, elementi che ricordano i templi etruschi o i monumenti paleo-cristiani.

Un progetto incompleto

Nonostante la sua grande bellezza, Sant’Andrea ad oggi risulta ancora incompleto. Ci sono voluti circa 200 anni per avere l’opera quasi completa, e nonostante la sua l’incompletezza, possiamo ammirarne i tratti caratteristici così tanto peculiari.

I lavori del cantiere proseguirono fino al 1736, quando la cupola venne innalzata, ma essa non rispecchia i progetti originali di Leon Battista Alberti.

Silvia Giaquinta per ArtAut.com

Bibliografia

L. H. Heidenreich (revised by P. Davies), Architecture in Italy 1400-1500 (New Haven and London: Yale University Press, 1996), pp. 34-44

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