Villa Madama. Conosciamo tutti Raffaello Sanzio come grande pittore delle dolci madonne con bambino, ma spesso ci dimentichiamo che egli non fu solo pittore, ma fu un artista poliedrico. Fece anche numerose opere architettoniche. Tra di esse ricordiamo Villa Madama a Roma.
Si dedicò all’architettura in progetti importanti come nella fabbrica di San Pietro.
Raffaello architetto nell’ultimo periodo della sua breve vita
Nell’ultimo periodo della sua vita, che ricordiamo fu estremamente breve, si dedicò a lavori di architettura.
Ricordiamo villa Madama per il Cardinale Giulio de’ Medici, ovvero il futuro papa Clemente VII, che sorge sul romano monte Mario e iniziata nel 1518.
Antonio da Sangallo il giovane sarà un collaboratore di Raffaello, il quale ne seguì i progetti per molti edifici. Un esempio risale al 1516 per la costruzione di san Pietro.
Nei disegni di Antonio da Sangallo il giovane possiamo vedere a che punto stava la costruzione di Villa Madama nel 1520.
La seguente monografia del cinquecentenario di Raffaello Sanzio si rivela una risorsa imprescindibile. La seguente lettura si lega al nostro articolo, esplorando non solo la maestria di Raffaello come pittore, ma anche il suo ruolo fondamentale come architetto.
Attraverso un’analisi dettagliata delle sue opere realizzate a Roma tra il 1508 e il 1520, questo testo offre ai lettori un quadro completo e approfondito, mostrando come Raffaello abbia influenzato sia l’arte che l’architettura del Rinascimento, arricchendo così la nostra comprensione del suo impatto nel panorama culturale del tempo.
Villa Madama
Nel progetto di villa madama colpisce un particolare, ovvero che non vi è un punto di vista unico dal quale vedere la villa nella sua interezza. Possiamo scoprire, passando da ambiente in ambiente, come Raffaello abbia ideato gli spazi per stupire lo spettatore ad ogni sguardo.
Il giardino di Villa Madama
Nella parte centrale della villa si pone un giardino circolare oltre il quale troviamo un teatro. Nel giardino era presente una stalla che poteva contenere 200 cavalli da far correre nell’ippodromo. L’intero spazio è tempestato da meravigliose statue e fontane che decorano gli ambienti.
Tra il Monte Mario e il Vaticano, ovvero a sud di Villa Madama, troviamo l’entrata principale della villa con una grande scalinata.
ArtAut consiglia
Un’idea per collezionisti e appassionati. Le seguenti tavolte da collezione mostrano i disegni originali in una monografia stampata con 42 tavole disegnate in bianco e nero dei progetti di Villa Madama, con annotamenti di Raffello.
Una villa senza precedenti
Questo tipo di edificio non aveva precedenti, e poteva rivaleggiare solo con la Corte del Belvedere in Vaticano.
Sfortunatamente entrambi i cantieri di Villa Madama e della Corte del Belvedere vennero interrotti. Ciò che venne costruito venne successivamente distrutto nel 1527 nel sacco di Roma.
Restauri Moderni in Villa Madama dopo il sacco di Roma
Ciò che vediamo oggi non è altro che una restaurazione moderna che ci ha dato la possibilità di vedere il progetto raffaellesco in quasi-tutta la sua essenza.
Aggiunte successive in Villa Madama
Il palazzo venne acquisito da Margherita d’Austria, figlia di Carlo V, nel 1536.
Risalgono al 1500, XIV secolo, una parte della rotonda, 5 stanze private, la loggia e alcune parti del giardino.
Convergenze tra artificio e natura
Di particolare interesse è il trattamento della pendenza dei terreni che circondano l’edificio.
Mentre nella corte del Belvedere vi erano alcune restrizioni causate da ostacoli architettonici, nel caso di Villa Madama non vi era alcuna restrizione. Essa sorgeva nelle periferie in terreni larghi e senza impedimenti. Nella corte del Belvedere verranno utilizzati terrazzamenti, mentre in Villa Madama l’edificio collaborerà insieme alle pendenze del terreno.
Si crea una prima unione tra architettura e natura, prefigurando quella tendenza stilistica architettonica organica avanzata dal moderno Frank Lloyd Wright nella casa Kaufmann, conosciuta anche come casa sulla cascata, costruita nel 1939.
Assenza di simmetria in favore della totalità delle forme
Per quant incrdibile, nella Villa Madama di Raffaello i principi di simmetria degli spazi provenienti da Leon Battista Alberti e Vitrivio, viene a mancare a favore della totalità della forma e unione tra naturale e artificiale.
Ogni spazio che circonda il cortile è costruito seguendo le assi di una croce. Eppure gli elementi sono anche costruiti seguendo le esigenze del terreno. Un esempio di cooperazione tra artificio e natura è il teatro. Esso verrà costruito sfruttando la pendenza della valle. Vediamo infatti che il teatro è stato letteralmente incastonato dentro la valle per sfruttare gli effetti acustici.
Similitudini con altri palazzi
Possiamo fare paragoni con la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo e con il Palazzo Branconio dell’Aquila, entrambe opere di Raffaello.
Viene dunque abbandonata l’idea di sistema strutturale organico che governa l’insieme architettonico donando autonomia ai diversi ambienti del palazzo.
Gli ordini architettonici accoppiati all’interno del giardino sono di misure diverse. Viene utilizzato un ordine toscano all’interno dell’edificio mentre all’esterno l’ordine è ionico.
Inoltre sono presenti due terrazzi sulla facciata progettati secondo modelli differenti a causa della scostanza del terreno.
Il classicismo in Raffaello
Vediamo che in Raffaello il classicismo è presente, ma in maniera innovativa. Fa sicuramente riferimento alle antichità. Sappiamo che lesse le lettere di Plinio, dai quali probabilmente trasse alcuni principi di architettura romana. La lettura dei testi antichi va di pari passo con le innovazioni artistiche e architettoniche.
Le norme classiche utilizzate da Raffaello non hanno precedenti nell’era rinascimentale, e sarà proprio per questo utilizzo creativo di tali norme che distinguerà il suo genio da altri architetti.
Un esempio lampante di questa creatività e di messa in regola dei canoni classici è il teatro.
Il teatro: un elemento innovativo in Villa Madama
Possediamo i disegni creati da Antonio da Sangallo il Giovane che mostrano come il teatro fosse una fedele ricostruzione di un modello romano.
Revival dell’antichità in chiave moderna
In Villa Madama possiamo ammirare un revival di un antico palazzo romano. Tutti gli elementi, strutturali e decorativi, concorrono alla ripresa di valori e ideali classici.
Unione tra struttura e decorazione
Gli affreschi della villa richiamano quelli presenti nei Bagni di Tito, un’antichità romana che Raffaello sicuramente studiò con interesse dopo il ritrovamento nel 1500.
Struttura e decorazione si fondono nella cupola sopra la navata centrale, con volte a crociera, che si estende sulle absidi laterali. Troviamo un sistema di mura decorate da nicche che richiamano i palazzi romani risalenti a Nerone e Flavio.
Unione delle arti sorelle
L’obiettivo di Raffaello era quello di unire le tre arti sorelle, disegno, scultura e architettura per ottenere un’arte totale.
Dall’unione delle arti Raffaello riescì a bilanciare ogni parte della villa in modo che ogni vista potesse risultare completa a sè stante.
I giardini rispecchiano l’unione tra architettura e natura. Le fontane erano state costruite riutilizzando antichità romane e sculture, usanza tipica del 1500.
Queste fontane convergono in un lago per pesci utilizzato anche come abbeveratoio per cavalli e altri animali.
Troviamo un altro riferimento alle antichità negli archi e nicchie sui muri di sostegno, i quali richiamano un arco di trionfo.
Silvia Giaquinta per ArtAut.com
Bibliografia
W. Lotz (revised by D. Howard), Architecture in Italy 1500-1600 (New Haven and London: Yale University Press, 1996)