architettura

Palazzo Jacopo da Brescia e l’opera scomparsa di Raffaello

Palazzo Jacopo da Brescia è uno degli edifici romani progettati da Raffaello, il quale nell’ultimo periodo della sua vita si dedicò anche all’architettura.

I lavori sul Palazzo cominciarono nel 1519 per Jacopo Bartolomeo da Brescia. Egli era un medico molto famoso a Roma, infatti diventò il medico personale di Papa Leone X.

Raffaello iniziò a lavorare sul progetto partendo dalle basi di un edificio preesistente che si trovava in Borgo Nuovo, ovvero l’attuale via Alessandrina. L’edificio possiede una pianta dalla forma irregolare, problematica che Raffaello dovette affrontare con ingegno e creatività.

Il Palazzo non ebbe grande fortuna, infatti venne distrutto in tempi moderni, nel 1936, per la realizzazione della via della Conciliazione.

Venne ricostruita una nuova versione del palazzo in una via vicina all’ubicazione originaria. In Via Rusticucci oggi possiamo vedere una nuova versione di Palazzo Jacopo da Brescia, costruita con i materiali originali, ma con pianta e volumetria diversi.

Caratteri stilistici di Palazzo Jacopo da Brescia

Il Palazzo Jacopo da Brescia di Raffaello si rifà a Palazzo Caprini, edificio oggi non più esistente, progettato da Bramante.

La facciata si sviluppa in cinque campate. Il piano terra era decorato da fasce orizzontali in bugnato di peperino. In questo livello si aprivano dei locali destinati al commercio, alle botteghe e ai negozi.

Nel piano nobile erano presenti delle finestre a edicola. Era decorato da lesene doriche con piedistallo e trabeazioni che si alternavano tra tonda e trapezoidale.

L’attico, ovvero l’ultimo piano, presenta delle finestre della stessa dimensione del piano nobile, ma senza cornice con trabeazione. forma di finestre si ripeteva anche nel

Al piano superiore era stata introdotta una novità per l’epoca, ovvero l’utilizzo di una cortina di laterizi a vista, utilizzato in un palazzo privato.

Un’altra novità introdotta da Raffaello in questo Palazzo fu l’utilizzo della serliana in Via dell’Elefante. Raffaello fu tra i primi a utilizzare questo tipo di finestra che prende il nome, non dal suo ideatore, ma piuttosto dal suo primo teorico Sebastiano Serlio.

Silvia Giaquinta per ArtAut

argomenti correlati