architettura

Donatello e Ghiberti dalla scultura all’architettura

Donatello e Ghiberti sono state due figure emblematiche per il rinnovo scultoreo in senso classico.

La scultura del quattrocento comincia ad innovarsi a partire dall’architettura. Si comincia a fare uso di elementi classicizzanti. É importante distinguere tra scultura come elemento decorativo da inserire nell’insieme architettonico, e la composizione dello spazio in senso scultoreo. Si intende l’utilizzo di elementi architettonici decorativi, come capitelli o fregi, come parte integrante e protagonista della struttura.

La porta del battistero di Firenze di Ghiberti

Nella prima porta del battistero di Firenze Ghiberti si approccia a una architettura idealizzata che porta caratteristiche dai richiami classici.

Nel 1425 Ghiberti realizza la formella per la seconda porta del battistero. In questa formella, creata per il concorso per le porte, dove pone un accento di forme classiche in un’architettura stilizzata. In questa piccola formella è possibile vedere anche riferimenti delle innovazioni di Leon Battista Alberti.

Nello sfondo vediamo rappresentata un’architettura ideale della città di Urbino, ovvero una piazza classica per il miracolo di san Zenobio.

Eppure il senso dell’architettura in Ghiberti rimane piuttosto inalterato e senza troppe influenze decisive, cosa che vediamo anche nell’architettura idealizzata dei dipinti dell’epoca.

Donatello scultore

Donatello non fu mai un architetto nel vero senso della parola, ma lavorò spesso come scultore in insiemi architettonico Egli presenta un gusto particolare e innovativo per la scultura decorativa da inserire nell’insieme architettonico.

Possiamo considerare Donatello il diretto successore di Brunelleschi. Possiamo ammirare le opere di Donatello nel tabernacolo di San Louis a Toulouse a Orsanmichele, nel quale risiede il Cristo e San Tommaso del Verrocchio.

In queste opere di Donatello notiamo delle grandi invenzioni riguardanti una “scultura architettonica”.

In Orsanmichele troviamo un complesso di statue con delle caratteristiche notevoli per il periodo.

Il piano delle statue è retrocesso, caratteristica resa possibile dall’abilità dello scultore. Vi sono echi classici nell’ordine di pilastri che poggiano su piedistalli riccamente decorati. L’insieme è coronato da fregio e timpano che racchiudono una profonda nicchia.

Ad incorniciare la nicchia, nella quale risiede la statua, vi sono delle colonne con scanalature oblique e capitelli ionici. All’interno della nicchia vi è un arco sostenuto dalle due colonne ioniche con un’arcata a conchiglia, una caratteristica prettamente plastica.

Michelozzo e Donatello sono molto simili nello stilisticamente. Essi hanno collaborato spesso insieme. Per questo motivo la critica è in difficoltà nell’attribuzione delle opere dei due.

Collaborarono a Firenze nelle tombe del Duomo, nel battistero, e a Sant’Angelo a Nilo di Napoli. Quest’ultima opera fu d’ispirazione a niente meno che Brunelleschi, il quale ne riprenderà alcune caratteristiche per la Cappella dei Pazzi.

In Donatello, il quale nasce come artista scultore, vi è la tendenza alla sottomissione dell’architettura in favore della scultura che viene messa in risalto.

Così come fece Donatello, anche Brunelleschi nella Sagrestia Vecchia utilizza l’architettura come cornice per i medaglioni e per le decorazioni delle sovra-porte.

Tabernacolo di San Pietro di Donatello

Collaborò persino a San Pietro a Roma nella realizzazione del famoso tabernacolo del 1433. Nello stesso periodo Donatello ebbe modo di conoscere le più grandi autorità nella storia dell’arte. Papa Eugenio IV, infatti, aveva commissionato molti lavori a figure come Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Michelozzo e Bernardo Rossellino. Roma era diventata il più grande fulcro artistico della penisola.

Tornando a San Pietro e Donatello, possiamo vedere nel famoso tabernacolo alcuni elementi tipici donatelliani.

  • retrocessione dell’insieme
  • combinazione tra elementi scultorei e architettonici
  • staffe
  • capitelli
  • elementi fiorentini con influenze romane

Il Tabernacolo di Santa Croce

Il Tabernacolo di Santa Croce è uno degli esempi più eclatanti dello stile fantasioso e caratteristico di Donatello.

Quest’opera anticipa la definizione michelangiolesca che considera l’architettura come un insieme plastico, un rilievo dove gli elementi architettonici sono formati come se fossero un’insieme scultoreo.

Innovatori dell’arte

Michelozzo , Donatello e in parte anche Ghiberti, seguiranno la scia della “varietà” albertiana applicata al design architettonico.

L’unione tra struttura e ornamento sarà un argomento di grande discussione per le future generazioni che daranno vita a diverse scuole di pensiero. La varietà dei tipi di architettura, come la basilica, la chiesa senza navata o a pianta centrale, i palazzi secolari o privati come le ville, e la versatilità dell’applicazione degli ornamenti aprono la strada a nuove possibilità e soluzioni stilistiche.

Un altro fattore da prendere in considerazione sono i materiali. Essi variano da zona in zona e in base alle diverse scuole di pensiero sull’interpretazione delle antichità.

La seconda fase del quattrocento, ovvero tra gli anni ’60-’80, sarà profondamente influenzata dalle architetture e teorie di Leon Battista Alberti.

Silvia Giaquinta per ArtAut

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