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Giulio Romano e Villa Lante a Roma

Villa Lante, conosciuta anche come villa Baldassarre Turini è un’opera del famoso architetto e artista Giulio Romano, il quale è riuscito a rendere “metafisici” i suoi palazzi rinascimentali.

Quando Giulio Romano creò la villa essa si trovava nella periferia di Roma. Con l’estensione del centro città oggi possiamo trovare Villa Lante nel cuore di Roma.

La Villa risale al 1520 ca. Data emblematica nella storia dell’arte perché coincide con il decesso di Raffaello Sanzio.

La Villa venne costruita su un monte che si affaccia a sud-ovest di Roma.

Modifiche di Villa Lante dopo Giulio Romano

Quello che vediamo è il risultato di aggiunte all’edificio avvenute nel 1700 sotto la guida dell’artista Giulio Bannati. Allo stesso periodo risale anche l’aggiunta del piano superiore della villa.

Quindi ciò che vediamo è solo in parte il risultato del progetto originale di Giulio Romano.

Anche la facciata venne ampiamente modificata. Ciò che rimane come testimonianza del progetto di Giulio Romano sono i volumi delle forme e del complesso architettonico generale.

Data la posizione sul monte, possiamo vedere come la villa si integra armoniosamente con lo skyline della città.

Pianta cubica di Villa Lante

La villa ha la forma di un semplice, organizzato e imponente cubo.

La forma principale, il cubo, si ripete nei diversi ambienti. Il salotto è l’elemento predominante.

L’entrata della villa è la perfetta metà del cubo che compone le stanze più piccole della villa, infatti è rettangolare.

Il rettangolo sul retro è la loggia che si affaccia sulla valle e dona una vista sulla città di Roma e sul fiume Tevere.

Le decorazioni di Villa Lante

Le decorazioni all’interno della loggia sono semplici ed eleganti e monocrome.

Queste decorazioni ricordano l’opera architettonica dell’appena deceduto Raffaello, che lavorò nella famosa villa Madama, ma ritroviamo delle similitudini anche nel Palazzo Farnese.

Sono decorazioni geometriche in stucco che fanno riferimento alla volta della domus aurea di Nerone, un’antichità romana riscoperta nel 1506 grazie ai nuovi interessi proto-archeologici del tempo.

Vediamo quindi che Giulio Romano è interessato al revival classico più nelle decorazioni che non nei volumi dell’architettura complessiva.

Salotto

Il salotto di Villa Lante è decorato da eleganti stucchi, mentre le pareti affrescate richiamano i motivi di un antico marmo romano.

La leggenda

Attorno alla villa nacque una curiosa leggenda che voleva che la villa fosse stata costruita sulle fondamenta di una villa appartenente ad un poeta di età romana. A testimoniare la credenza vi è un’iscrizione, una citazione del poeta che viveva in quel luogo

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Ovvero “da qui si può vedere tutta Roma”

La leggenda non è mai stata confermata nonostante gli studi recenti sul luogo, ma rimane comunque una particolare leggenda popolare romana da raccontare ai visitatori.

Giulio Romano e la messa in discussione dei canoni rinascimentali e classici come messa in discussione dei poteri politici

Giulio Romano torna a mettere in discussione i principi universali dell’architettura classica tanto fondamentali per i suoi contemporanei colleghi architetti e umanisti.

L’utilizzo degli ordini architettonici risulta dunque essere molto inortodossa.

In villa Lante Giulio Romano utilizza un ordine architettonico dorico completo, ma rivisita la trabeazione privandola del classico fregio dorico, ma inserisce piuttosto un cosiddetto guttae, che solitamente si inserisce sotto il triglifo, il quale è solo accennato.

Le finestre possiedono una cornice in rilievo, che Vitruvio chiama “corona” con una trabeazione sospesa.

Nel secondo livello della facciata troviamo un ordine di pilastri dorici.

Tra villa Lante e Villa Madama

Nello stesso periodo in cui Giulio Romano stava lavorando per Villa Lante, stava nel frattempo anche decorando Villa Madama.

Per mettere in discussione gli ordini architettonici e i canoni classici romani era come mettere in discussione, o meglio evidenziare, un certo cambiamento sociale e politico fatto di incertezze.

Torna l’idea dell’ansia dell’artista che Giulio Romano con la sua opera mette in evenienza, anche se in maniera inconsapevole.

Silvia Giaquinta per ArtAut.blog

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