Chiesa Santa Maria Novella a Firenze di Alberti e le innovazioni stilistiche
Leon Battista Alberti fu solo uno dei tanti umanisti che rinnovarono il modo di pensare e concepire l’arte e l’architettura. Fu tra i primi innovatori del linguaggio artistico riconsiderando in particolare la funzione e il ruolo svolto dalle antiche rovine romane riviste con un nuovo interesse come fonte di ispirazione per una rinnovata architettura. Alberti diresse i lavori di Santa Maria Novella a Firenze.
Egli non fu un vero e proprio artista ma piuttosto un grande umanista che con il suo genio ha diretto la rinascita estetica italiana sulla base della riscoperta del classicismo.
Santa Maria Novella a Firenze fu una delle chiese che Alberti seguì come consigliere. In essa possiamo vedere applicate le teorie del suo libro De re Aedificatoria.
Tra 1458 e 1478 Alberti interverrà per ricostruire la facciata della chiesa preesistente già dal 1242, la quale presentava caratteristiche gotiche.
La facciata di Alberti
Nella facciata, che presentava degli elementi gotici precedenti all’intervento di Alberti, possiamo vedere un ordine di pilastri e colonne aggette che si uniscono agli elementi gotici, in modo da uniformare l’insieme.
Vediamo delle influenze di stampo classico nel portale recesso rispetto alle mura della facciata con una pronunciata cornice che si proietta oltre le mezze colonne con piedistalli.
La chiesa è divisa orizzontalmente in due livelli, divisione pronunciata da un attico.
La finestra tonda, che non è propriamente un rosone, è un elemento gotico preesistente, compromette la perfetta proporzione dei due livelli.
Infatti essa non è propriamente centrata rispetto al piano superiore, ma poggia sopra l’attico.
Santa Maria Novella a Firenze e la facciata di Alberti ispirata al duomo di Firenze
Alcuni elementi sono ispirati dalla grandiosa cupola del duomo di Firenze di Brunelleschi, in particolare la lanterna alla quale Brunelleschi accostò delle volute. Stesse volute che vediamo nella facciata di Santa Maria Novella, divisa in due parti, sinuosamente e armonicamente unita dalle due volute laterali.
Le volute saranno un nuovo elemento che verrà applicato in diverse forme e diversi contesti, diventando un elemento architettonico e decorativo molto comune.
Il fregio della facciata
Tra i due livelli vediamo una decorazione ottenuta da un fregio continuo, una grande novità per i tempi, che Alberti utilizzerà anche nel tempio Malatestiano, ovvero San Francesco a Rimini, nel quale verrà utilizzato invece come vero e proprio elemento strutturale. Questo elemento sarà presente in altri edifici seguenti, caratterizzando le architetture fino all’età barocca.
Fusione tra classico, toscano e gotico
In Santa Maria Novella si fondono sapientemente elementi classici romani assieme a degli elementi tipici toscani.
Ne sono un chiaro esempio le intarsiature policrome, i capitelli e i motivi ornamentali. Persino alcuni elementi del fregio hanno subito influenze toscane.
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