architettura Roma

Palazzo Massimo alle Colonne di Baldassarre Peruzzi a Roma

Palazzo Massimo alle Colonne è l’ultimo lavoro a Roma del grande artista architetto Baldassarre Peruzzi

L’esigenza del nuovo palazzo deriva dalla distruzione causata dal sacco di Roma, avvenuto nel 1527.

I lavori sulla strada della processione papale, larga 4,5 metri, iniziarono nel 1532.

Peruzzi si impegnò a rendere la facciata dell’edificio simmetrico rispetto alla strada, in modo da avere una visione armonica della facciata.

Il piano Terra di Palazzo Massimo alle Colonne

Il piano terra è composto da una loggia, e il centro di essa doveva corrispondere all’asse centrale della strada.

Per ottenere questo senso di simmetria nella facciata Baldassarre Peruzzi ha dovuto sacrificare la simmetria interna del palazzo.

Gli spazi vennero allargati, e con esso il grande cortile. In questo modo è stato possibile fare spazio a una scalinata, mentre la facciata si è allargata ulteriormente ai lati.

Ai lati della loggia sono state annesse delle absidi.

Per quanto facciata e loggia non siano perfettamente simmetrici con il resto dell’ edificio, il risultato finale ottenuto è comunque chiaro e armonioso.

La facciata curvata di Palazzo Massimo alle Colonne

Uno degli elementi più importanti che caratterizzano il Palazzo Massimo alle Colonne è chiaramente l’evidente facciata curvata.

La loggia convessa invade la strada e gli edifici vicini, si impone quasi in maniera presuntuosa oltre la propria pianta, per gettarsi sullo spettatore sulla strada.

La particolarità della facciata si ottiene attraverso i contrasti, ovvero il contrario dell’armonia, uno dei canoni albertiani più importanti.

Un’ architettura fatta di contrasti

Si ottiene un senso di contrasto stilistico tra le colonne della loggia e la facciata liscia dei tre piani superiori.

Le colonne nella loggia sostengono l’architrave. Nei piani superiori adotta uno stile più medievale, abbandonando la lezione raffaellesca, eliminando le edicole.

Le finestre del terzo piano sono poco convenzionali e trattate in maniera artistica e creativa.

Peruzzi e l’autonomia da dogmi architettonici

Baldassarre Peruzzi sembra distaccarsi dalle innovazioni artistiche rinascimentali per attualizzare un nuovo concetto di architettura libera da dogmi e canoni classici.

Le colonne centrali e i pilastri laterali del piano terra sorreggono l’architrave, mentre la loggia è fiancheggiata da grosse mura imponenti

Nel primo livello della loggia troviamo delle finestre balconate.

Sopra l’architrave si erige un muro fatto di intarsiature lisce in netto contrasto con le decorazioni interne dell’edificio.

Dalla facciata esterna alla facciata interna del cortile di Palazzo Massimo alle Colonne

La facciata e il cortile vanno concepiti come un’unità, infatti una completa l’altra attraverso contrasti e similitudini.

L’entrata esterna, partendo dalla loggia sulla strada, porta ad un corridoio che sbuca lateralmente nel cortile.

Differenze tra facciata interna ed esterna

La facciata interna, ovvero quella che si affaccia sul cortile possiede tre livelli, o piani.

Mentre nella facciata sulla strada troviamo delle colonne doriche accoppiate, in quella interna troviamo lo stesso ordine architettonico, ma singolo.

Sotto le colonne troviamo una volta a tunnel.

Peruzzi, lavorando per contrasti, combina la decorazione classicheggiante con delle finestre moderne al piano superiore.

Un crescendo di modernità dal basso verso l’alto

Vediamo un crescendo di modernità che va verso l’alto.

Il piano terra parte con elementi classici, e salendo troviamo le finestre semplici dell’ultimo piano e una cornice liscia che corona l’intera facciata.

Evoluzione stilistiche tra la Farnesina e Palazzo Massimo alle Colonne

Ovviamente possiamo vedere come lo stile di Baldassarre Peruzzi si sia sviluppato rispetto al suo primo lavoro, ovvero la Farnesina, e il suo ultimo lavoro, ovvero Palazzo Massimo alle Colonne.

Nella sua opera Baldassarre Peruzzi non fu particolarmente interessato al revival classico che i suoi contemporanei tanto amano e perseguono in maniera maniacale e dettagliata.

secondo Benvenuto Cellini, Peruzzi avrebbe detto:

“Vitruvio non era nè pittore, nè scultore; questo è il motivo per cui non avesse occhio per ciò che è il bello nell’architettura”

Parole Benvenuto Cellini

Peruzzi non svilupperà mai uno stile univoco, piuttosto si reinventa in base al palazzo e alle particolarità che si pongono dinanzi a lui. In ogni situazione troverà soluzioni innovative e alternative.

Silvia Giaquinta per ArtAut.blog

Bibliografia

W. Lotz (revised by D. Howard), Architecture in Italy 1500-1600 (New Haven and London: Yale University Press, 1996)

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