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Palazzo Ducale a Mantova, un’opera di Giulio Romano

Il Palazzo Ducale a Mantova è uno dei più importanti edifici della città mantovana. Esiste sin dal 1303, ed è subito stata adibita come residenza dei signori di Mantova, ovvero i Gonzaga, i quali furono prima signori, poi marchesi e infine duchi della città.

Giulio Romano fu solo una delle tante maestranze che si alternarono nei secoli per la costruzione del palazzo. Infatti ogni signore che visse nel palazzo si fece costruire una nuova ala, allargando dunque l’intera residenza.

Giulio Romano intervenne su questo palazzo preesistente nel 1536 per allargare gli spazi sotto commissione del duca Federico II Gonzaga.

A Giulio Romano si deve dunque la cosiddetta “Corte Nuova” che si affaccia sul lago.

Quest’ala del palazzo, in precedenza, costituiva l’entrata al cosiddetto appartamento di Troia, nome dovuto agli affreschi creati dai collaboratori di Giulio Romano tra il 1538-9.

La Rustica del Palazzo Ducale a Mantova

La cosiddetta Rustica si affaccia su un immenso cortile che serviva al Signore del palazzo per muoversi liberamente e per avere sempre a portata di vista il lago.

Horror Vacui

Nell’opera di Giulio Romano possiamo notare una tendenza alla decorazione e di texture dei materiali ricercati, che portano al riempimento degli spazi vuoti.

Riportando al Rinascimento un concetto prettamente appartenente al primo medioevo paleocristiano, sembra che Giulio Romano applichi nella sua opera un senso di horror vacui, ovvero la paura del vuoto.

Il tipo di colonne utilizzate è particolare, e hanno un precedente non di poca importanza, ovvero le stesse colonne a spirale adottate da Raffaello nelle tappezzerie rappresentanti il Tempio di Salomone nella Cappella Sistina fatte per Leone X nel 1519.

Vediamo come Peruzzi riprenda ancora una volta come modello d’esempio un collega pittore per ricreare nella sua architettura ciò che i suoi contemporanei sviluppano in pittura.

Silvia Giaquinta per ArtAut.blog

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