Artisti

Nebbam Gallery sfida le barriere artistiche: Bellelli e Gueye in IBRIDAZIONI

In occasione di Open Tour 2022, organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, Nebbam Gallery, specializzata nella promozione dell’arte di artisti africani e afro-discendenti, partecipa ospitando nei suoi spazi l’artista italiano Riccardo Bellelli.

La missione di Nebbam Gallery e l’apertura al dialogo 

Nebbam Gallery nasce con l’intenzione di far conoscere le eccellenze dell’arte contemporanea africana e afro-discendenti in Italia. 

In questa missione la galleria non si fa sfuggire l’occasione di far dialogare, in occasione di Open Tour 2022, un giovane artista italiano con un artista senegalese all’apice della sua carriera. 

IBRIDAZIONI: Riccardo Bellelli in dialogo con Camara Gueye

La mostra dal titolo IBRIDAZIONI ha lo scopo di far dialogare l’arte dell’italiano Bellelli con l’arte del senegalese Camara Gueye

Per quanto i due artisti possano sembrare infinitamente distanti nella tecnica, nello stile, nell’idea stessa di arte, per non considerare la distanza culturale e generazionale, in questa mostra si crea la famosa “ibridazione” a cui fa riferimento il titolo.

L’Ibridazione del continente africano e quello europeo non è solo una questione concettuale e artistica. L’Africa intera ha subito processi di ibridazioni con l’Europa già a partire dall’era colonialista.

É fondamentale tenere a mente la storia passata e presente del continente e le ibridazioni avvenute tra la cultura nativa e la cultura europea. Questo, assieme ai processi di globalizzazione, continuano a influire non solo nella produzione artistica e artigianale, ma influisce anche sul tessuto sociale, culturale e identitario.

Come scrive Stuart Hall, la cultura e l’identità di un popolo non sono qualcosa di fisso, ma dinamico, che può cambiare nel tempo, così come avviene per quelle popolazioni che hanno subìto invasioni, esportazioni di massa dal proprio paese e lo schiavismo.

Somiglianze attraverso contrasti

Attraverso il contrasto di elementi derivanti da culture apparentemente lontane, i due artisti si uniscono proprio nell’affermazione di simboli personali nati dalla loro esperienza nel proprio paese nativo. 

IBRIDAZIONI è il nome della mostra, dove i simboli di continenti inconiugabili si ibridano comunicando tra loro. Non solo Africa e Europa si uniscono, ma anche l’Oceania. 

In mostra ritroviamo l’Africa nei dipinti di Camara Gueye, l’Oceania e il suo dio della pesca nella moneta delle Isole Cook, e infine l’Europa, assieme tutto l’occidente cristianizzato, attraverso il crocefisso demenziale nell’opera di Riccardo Bellelli.

locandina della mostra

Il simbolismo di Camara Gueye

Abbiamo già approfondito la poetica estetica di Camara Gueye in questo articolo.

Nel seguente articolo analizzeremo invece il dialogo apparentemente paradossale che avviene tra l’artista senegalese Camara Gueye e il modenese Riccardo Bellelli nella mostra IBRIDAZIONI in Nebbam Gallery. 

La mostra e lo spazio espositivo di IBRIDAZIONI: Riccardo Bellelli in dialogo con Camara Gueye in Nebbam Gallery

Entriamo nel clou della mostra. 

Entrando in NEBBAM Gallery spiccano principalmente i dipinti blu cobalto di Camara Gueye

Eppure alcuni particolari sembrano essere ambigui e fuori contesto. Ecco che notiamo l’opera di Riccardo Bellelli, il quale, come un minimalista, quasi “camuffa” le sue opere nello spazio, come oggetti da lavoro dimenticati da un recente cantiere. 

Riccardo Bellelli in dialogo con Camara Gueye

Troviamo una divergenza evidente tra i due artisti, infatti mentre Camara Gueye è puramente un pittore che si pone tra il metafisico, il naïf e il simbolismo, Bellelli lavora attraverso la reinterpretazione delle sue ispirazioni principali: gli artisti concettuali Michael Smith e Nicolas Lamas. 

L’estetica di Riccardo Bellelli

Riccardo simultaneamente si allinea e si pone in contrasto con le sue ispirazioni. Mentre Smith e Lamas possiedono un approccio più “caldo” con la materia, Bellelli attua un approccio più freddo e distaccato, che sfocia nell’ironico e demenziale, creando dei veri e propri paradossi estetici. 

Il distacco dall’opera 

Inoltre, Riccardo Bellelli, nell’intervista concessa ad Artaut, ha voluto sottolineare come egli si tenga ben lontano dal voler dare un significato personale alle sue opere, lasciandosi piuttosto guidare dall’immediatezza compositiva.

L’intuito come motore creativo

Il processo creativo di Bellelli si minimizza attraverso l’unione di pochi elementi, solitamente 2 o 3, in apparenza in contrasto tra loro. Rispetto alla sua prima produzione artistica, la sua opera attuale è divenuta più intuitiva. La realizzazione dei suoi pezzi, attraverso l’accostamento di elementi, diventa un processo di immediatezza.

Object Trouvé, Object non Trouvé 

I materiali utilizzati non sono tutti degli object trouvè: mentre alcuni elementi sono oggetti che l’artista già possedeva, altri ancora sono stati acquistati appositamente per la realizzazione delle opere. Dunque vi è una riflessione, seppur minima, prima dell’atto creativo in sé. L’artista riflette su quali elementi utilizzare per la sua prossima opera, ma il processo di unione degli elementi rimane un processo intuitivo, quasi d’istinto. 

3 opere di Bellelli in IBRIDAZIONI

Le opere in mostra sono state ottenute attraverso l’utilizzo di oggetti da lavoro presenti nei cantieri e nell’edilizia. Unitamente all’utilizzo di elementi poveri, da lavoro e di servizio, Bellelli accosta altri elementi più nobili, come l’oro, monete da collezione, ed elementi naturali come i fiori.

Riccardo Bellelli, Bouquet, 2022

Spicca una scultura, la più evidente in mostra, chiamata Bouquet. Al centro della sala troviamo quest’opera ottenuta attraverso un cavalletto per macchina fotografica e una fresa da legno. Sulla fresa sono state incollate  quattro margherite essiccate, atte ad addolcire questi pezzi di ferro.

Object Paste

Bellelli lavora attraverso quello che egli definisce object paste. Questa tecnica è utilizzata in programmi di grafica come Photoshop. Consiste nel copiare ed incollare un particolare di un’immagine per riprodurlo in serie in modo da creare un pattern. In questo caso l’object paste si realizza applicando le quattro margherite in concomitanza con le quattro lame acuminate della fresa.

Addolcire le lame, acuminare le margherite

Troviamo il paradosso estetico nell’accostamento di elementi duri come le lame della fresa con le delicate margherite. In questo contesto le margherite stesse perdono la loro dolcezza diventando elementi acuminati attraverso la loro essiccazione. Le margherite falliscono nel loro intento di elevare questi oggetti meccanici diventando esse stesse lame circolari ed appuntite che richiamano la forma della fresa tagliente. 

Bouquet in dialogo con Yaw ak Man e il design di Balla Niang

L’oggetto dialoga con l’esposizione della galleria perchè si presenta come un elemento di design come le sedie in cuoio ed ebano di Balla Niang. 

Sedia di Balla Niang
Fotografia Sara Glens

Eppure Bouquet non possiede alcuna funzione pratica. Nessuno dei suoi tre elementi può essere utilizzato perché il loro accostamento ne ha denaturalizzato la loro funzione originale. 

Inoltre vediamo la presenza di fiori anche nel quadro di fronte a noi, Yaw ak Man di Camara Gueye, dove un giovane ragazzo passa un fiore alla sua amante. 

Riccardo Bellelli, Senza Titolo (livella), 2022 

Alzando lo sguardo da Bouquet, su un muro laterale della galleria, proprio accanto al quadro Yaw ak Man, troviamo appesa una livella. Qualcuno ha dimenticato i propri attrezzi da lavoro? Ci troviamo, ancora una volta, dinanzi un’opera demenziale di Bellelli. Avvicinandoci alla livella notiamo altri elementi che la compongono. 

Una livella e una moneta

L’oggetto in questione è composto da due semplici elementi: una livella a bolla, comprata appositamente per la realizzazione dell’opera, e una moneta derivante dalla collezione dei genitori di Riccardo Bellelli, appassionati di numismatica. 

La moneta delle Isole Cook, Nuova Zelanda

La moneta è un dollaro che deriva dalle Isole Cook della Nuova Zelanda nella quale è raffigurata una statua tipica che rappresenta il dio della pesca. Questo piccolo particolare della moneta è diventata l’immagine di copertina della mostra IBRIDAZIONI. 

La moneta è stata inserita nella livella all’interno dello spazio che misura l’orizzontalità delle superfici. La livella a sua volta è fornita di fasce magnetiche laterali in modo da poter “appendere” l’oggetto su una superficie in ferro. 

Somiglianze tra una livella e una moneta

Secondo l’artista vi sono delle somiglianze ovvie, o forse meglio, intuitive, tra i due elementi. Livella e moneta comunicano tra di loro attraverso l’accostamento delle superfici riflettenti, lisce e patinate. 

Composizioni ed esposizioni intuitive

La posizione della livella all’interno della galleria non è casuale, infatti ritroviamo l’oggetto accanto all’opera Yaw ak Man di Camara Gueye che si caratterizza per i suoi colori accesi e sgargianti. La livella arancione si abbina al maglione fluo della donna protagonista del dipinto dell’artista senegalese.

Notevole anche una seconda coincidenza: Camara Gueye affronta in uno dei suoi quadri, Peche Metaphisique, proprio il tema della pesca.

Particolare del dipinto Peche Metaphysique di Camara Gueye

Sia per il Senegal, sia per gli abitanti delle Isole Cook, la pesca rappresenta la fonte principale di sostentamento delle popolazioni.

Due continenti lontani ora si uniscono attraverso l’arte e il loro punto in comune.

Camara Gueye, nella sua arte, interpreta in chiave moderna il problema dell’inquinamento dei mari. In maniera diversa, ma in congruenza con Camara Gueye, la storica e antica arte degli abitanti delle Isole Cook rendono chiara l’importanza dell’attività della pesca creando idoli di legno dedicati al dio della pesca, statue alle quali fare offerte come buon auspicio per la raccolta, idoli raffigurati sulla loro moneta.

Riccardo Bellelli, senza titolo (crocefisso), 2021

Voltando le spalle a Bouquet e alla livella, troviamo, proprio accanto l’entrata della dark room della galleria, l’ultimo oggetto in mostra di Riccardo Bellelli. 

Il crocefisso di Riccardo Bellelli

Appeso troviamo una specie di crocefisso, o collana con crocifisso, ottenuta unendo un oggetto che deriva dal mestiere dell’artista. Bellelli lavora in un colorificio e l’attrezzo cruciforme in plastica nera è un apribarattolo per vernice appeso al muro attraverso una catena d’oro. 

Simbolismi religiosi, laici e profani

L’artista ha reso prezioso un oggetto da lavoro rendendolo un amuleto che richiama un crocefisso cristiano. Questo simbolismo demenziale entra in contrasto con i simbolismi dell’opera di Camara Gueye, anch’egli impegnato a rendere nella sua pittura i segni tipici della sua terra. 

Particolare del dipinto Thiossane. Uno dei simboli più importanti dell’opera di Camara Gueye. Qua vediamo rappresentato uno sgabello tipico senegalese utilizzato per momenti conviviali con amici e parenti

Riflessioni su Riccardo Bellelli, artista emergente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna

L’intento romantico di elevare l’oggetto povero

Riccardo Bellelli è un artista emergente proveniente da Carpi (MO) che sta attualmente frequentando il primo anno della magistrale di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. 

Nella sua arte vi è l’intento, volutamente fallimentare, di elevare gli attrezzi della classe lavoratrice. Il risultato ottenuto è una parodia dell’oggetto stesso, che adesso perde qualunque funzione di utilizzo.

Oggetti di design che non ce l’hanno fatta

Eppure vediamo come questi oggetti sembrano prendere vita per mostrarci un intento, goffo e romantico allo stesso tempo, di diventare “altro da sé. 

Nel tentativo di riscatto essi diventano la parodia di sé stessi: adornandosi di elementi preziosi, questi umili attrezzi da lavoro ora perdono qualunque funzione di utilizzo senza guadagnare una vera e propria valenza estetica. Essi sembrano oggetti di design che ci hanno provato, ma che non ce l’hanno fatta. 

Arte demenziale che cela un profondo cinismo

Una rassegnazione romantica nei confronti della propria esistenza. A Bellelli piace definire la propria arte ironica e demenziale.

Mi sento di aggiungere che nella sua arte si intravede anche un profondo cinismo, nemmeno tanto velato, che si cela dietro la provocazione che fa sorgere un sorriso ironico e dubbioso alla vista delle sue opere. 

Silvia Giaquinta per ArtAut

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