A Venezia la chiesa di San Giorgio Maggiore di Palladio possiede un grande valore storico e artistico per l’architettura tardo-rinascimentale.
Si tratta di un monastero benedettino, i quali lavori vennero iniziati nel 1566 e completati solo nel XVII secolo
In generale, l’idea di San Giorgio Maggiore segue quella della Basilica del Redentore, progetto sul quale Palladio stava lavorando all’incirca nello stesso periodo.
Facciata
La facciata fu tra le ultime cose ad essere finita, infatti dovremo aspettare il 1600 per vedere la chiesa nella sua interezza.
Troviamo un ordine di colonne e giganti nella posizione centrale della facciata. Le due ali laterali sono accostate da un ordine corinzio minore con mezzi frontoni.
In entrambi gli ordini, ovvero il maggiore e quello minore, sono presenti le trabeazioni.
Si tratta di una facciata che richiama l’antico e sembra avere a che fare con lo stile di Raffaello in San Pietro.
La pianta di San Giorgio Maggiore
Per spiegare le caratteristiche della chiesa possiamo direttamente fare affidamento alle parole di Palladio stesso:
L’entrata risiede alla base della croce; voltando la faccia verso l’altare e il coro. Alla fine della croce vi sono altre due entrate o altari. Nella chiesa longitudinale, il fedele può vedere l’albero al quale è stato crocifisso il loro salvatore. è così che ho costruito san Giorgio a Venezia
Palladio
La pianta si sviluppa su una base cruciforme. Nell’incrocio si erge la grande cupola. Ritroviamo i transetti che terminano in due semi cupole, ed è presente il coro che è inusualmente lungo.
Notiamo che la pianta della chiesa possiede ancora uno stampo medievale. Eppure l’interno è dotato di caratteristiche che suggeriscono l’innovazione stilistica che Palladio riesce ad apportare nelle sue creazioni.
Interno
Lo spazio viene concepito in maniera nuova, e il valore della luce assume funzioni centrali per l’effetto finale della basilica.
Il bianco si impone sulle mura stuccate e decorate da colonne e pilastri che circondano lo spazio in maniera armonica.
Abbiamo in totale tre navate con volte a tunnel e a crociera che nella loro alternanza aiutano a dare un effetto quasi da illusione ottica. A ritmare ulteriormente lo spazio concorrono le lunette nelle volte.
Lo spazio tra le navate è diviso da pilastri. Gli elementi verticali si dispongono per tutta la navata poggiando su dei grandi piedistalli.
Sotto gli archi vediamo che vi sono altri pilastri accoppiati, e tra i pilastri troviamo delle mezze colonne.
I pilastri sono elementi che ritroviamo anche nell’incrocio delle braccia che si uniscono sotto la cupola.
Il coro, posto oltre la cupola, è un prolungamento della navata, slanciando lo spazio in lunghezza.
Vi è un particolare trattamento delle altezze, infatti la navata centrale è più alta delle due laterali, mentre il coro e la volta sono più alte della navata centrale.
Il coro è dunque più grande della navata ed è supportato da sottili e slanciate colonne sotto una volta a crociera.
Le finestre utilizzate sono uguali a quelle arcuate e tripartite dei bagni romani. Questa soluzione stilistica venne utilizzata anche da Raffaello a Villa Madama a Roma.
Le innovazioni di Palladio in San Giorgio Maggiore
Nella chiesa di San Giacomo Maggiore a Venezia possiamo vedere delle innovazioni introdotte da Palladio. Un esempio sono le colonne disposte tra il coro e lo spazio dove i monaci risiedono durante le funzioni religiose. In questo modo le colonne possono essere viste da tutti i punti di vista.
La fonte d’ispirazione sono solo le antichità romane, ma anche quelle cristiane.
Le chiese antiche possono essere una fonte d’ispirazione perché le chiese sono dei veri e propri templi di Dio alla pari dei templi pagani.
Silvia Giaquinta per ArtAut.blog
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