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Palazzo Farnese e l'autonomia dell'arte e dell'architettura

Palazzo Farnese è un gioiello architettonico di Roma, opera di Antonio da Sangallo il Giovane.

Si tratta di un palazzo cittadino, paragonabile nello stile a Palazzo Baldassini-Melchiorre dello stesso Antonio da Sangallo. Palazzo Farnese può essere considerato l’opera più importante di questo artista rinascimentale.

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Nel seguebte articolo sull’ architettura di Palazzo Farnese, sveliamo le meraviglie architettoniche esterne di questo capolavoro rinascimentale. Tuttavia, per chi è incuriosito dalle storie e dai tesori artistici che adornano gli interni, come gli affreschi dei Carracci, suggerisco la lettura di Palazzo Farnese. Ediz. illustrata. Quest’opera approfondisce magnificamente gli aspetti artistici del palazzo, offrendo una prospettiva più completa su questo emblematico edificio storico e le sue ricchezze artistiche. Un’ottima lettura per chi desidera esplorare oltre la facciata di uno dei palazzi più celebri di Roma.

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Architettura per la famiglia papale

Palazzo Farnese fa parte di una serie di edifici costruiti per la famiglia papale.

Papa Clemente VII, prima di diventare papa, fu cardinale Alessandro Farnese, il quale commissionò i lavori nella residenza cardinale.

Successivamente, dopo l’elezione a papa nel 1543, Antonio da Sangallo il giovane decise di cambiare i progetti per la residenza, che adesso acquisisce nuove spessore, dato il nuovo titolo del committente.

Iniziarono i lavori di allargamento degli spazi attraverso l’acquisizione di terreni ed edifici intorno al palazzo. Questi spazi verranno rasi al suolo. Allargando la corte, Antonio da Sangallo vi inserirà una scalinata.

Nuovi progetti per Palazzo Farnese

Le volte preesistenti nella corte vennero abbattute per farle in maniera più idonea.

Nel 1542 i lavori procedevano spediti, infatti ai tempi era già visibile la grande facciata e la colonnata, mentre il piano nobile era in parte abitabile.

Sfortunatamente l’edificio venne cambiati durante i secoli. Quel che vediamo oggi è il frutto della rielaborazione degli spazi e della deformazione del progetto originale. 

Quel poco che sopravvive del 1517, ovvero il vestibolo, due stanze sulla destra e tre arcate della facciata, rendono chiara l’idea innovativa dietro il progetto di Antonio da Sangallo il giovane.

Riferimenti stilistici di San Pietro in Palazzo Farnese

Troviamo dei riferimenti alla costruzione in atto più grandiosa dei tempi, ovvero il cantiere di san Pietro. Un esempio sono le colonnate sui pilastri, riferibili al deambulatorio dell’abside sud di San Pietro in Vaticano.

Fanno riferimento a san Pietro anche i capitelli compositi, con elementi dorici. Nei pilastri ritroviamo delle curiose decorazioni con fiordalisi e delfini araldici. Questi elementi sembrano richiamare degli elementi presenti a Firenze nei palazzi della famiglia Pandolfini.

Le modanature di Palazzo Farnese

Il porticato di pilastri, composti di modanature, si innalza in degli archi sostenuti che concorrono nel creare le volte.

Il particolare della modanatura è rilevante, perché in questo edificio essa è doppia, dunque più alta. Questo elemento caratterizza l’intero edificio.

Raddoppiare la modanatura è stato un semplice ma efficace stratagemma utile ad unire i bassi pilastri preesistenti con gli archi.

Nel piano nobile vediamo un ordine ionico molto elegante che decora la facciata del cortile.

La facciata di Palazzo Farnese

La facciata possiede tredici 13 baie, ed essa si staglia in lunghezza sulla piazza competendo con gli altri palazzi romani.

La facciata è in pietra liscia. Le mura sono ornate da conci e cornici delle finestre che si alternano in edicole e frontoni. Nel secondo piano le architravi, presenti nelle cornici del piano terra e del primo piano, vengono eliminate.

Le edicole nel piano nobile sono una novità introdotta da Antonio da Sangallo.

Michelangelo porterà a termine la facciata modificando alcuni elementi, come il coronamento della cornice superiore. Esso dona alla facciata un gioco di luci e ombre particolare. La particolarità della finestra centrale nel piano nobile sarà anch’essa una modifica apportata da Michelangelo.

La planimetria

La planimetria si sviluppa in un quadrato. Esso è totalmente svincolato da altri edifici, in modo da potervi girare in tondo senza ostacoli. Possiede un cortile centrale e quattro entrate, una per ogni lato.

Nello stile richiama la tradizione di Palazzo Medici, mentre i suoi predecessori Bramante e Raffaello seguono la tradizione di Palazzo Rucellai.

La struttura e la decorazione richiamano l’antichità in molti particolari. Colpisce l’effetto ornamentale dell’entrata, dove anche lo spazio concorre in questo effetto di meraviglia.

Una scalinata venne aggiunta verso la fine del compimento del progetto.

Nelle facciate laterali sono presenti delle finestre cieche decorative.

Sappiamo che la facciata del giardino venne costruita dopo la morte di Michelangelo, il quale voleva che la loggia al piano nobile rimanesse aperta con tre aperture per vedere il fiume, le colline e il giardino. Eppure durante i lavori vennero chiuse le aperture, e nel corridoio interno i Carracci realizzarono un grande affresco.

Sulla facciata del giardino vennero introdotte delle logge al piano terra e piano nobile.

I lavori nei due piani superiori, con soprintendente il Vignola, furono completati nel 1568. In questo stesso periodo si menzionano già gli affreschi dei bolognesi Carracci.

Un lavoro collettivo di maestranze differenti

Artisticamente è un lavoro collettivo, con contributi dalla generazione di Raffaello fino a Giacomo della Porta.

Nel complesso il palazzo può essere considerato principalmente di Antonio da Sangallo il Giovane, e in parte di Michelangelo.

Le critiche

Antonio da Sangallo fu un grande architetto, il quale lavorò persino a San Pietro per un lungo periodo, ma di lui si possono vedere pochi interventi.

Fu principalmente richiesto per fortificazioni ed edifici utilitaristici. I suoi design erano fatti per durare, e possiamo vedere questa caratteristica anche in Palazzo Farnese.

Benvenuto Cellini dirà di lui che la sua architettura e i suoi edifici non spiccano in alcun modo perché Antonio da Sangallo il giovane non era né pittore, né scultore, ma solo un semplice carpentiere.

Lotz sembra essere in accordo con l’idea di Benvenuto Cellini, dichiarando che la sua architettura manca di invenzione e immaginazione architettonica.

Eppure sarà proprio questo stile semplice ed essenziale, con disegni precisi e chiari, che distinguerà Antonio da Sangallo da altri artisti come Bramante, Raffaello o Peruzzi

Il disegno nei progetti di Antonio da Sangallo il giovane

I suoi disegni per San Pietro sono rappresentativi per capire il modo di lavorare di Antonio da Sangallo il Giovane. Non manca la lezione di Raffaello sul disegno progettuale, infatti tiene sempre in mente la pianta, la sezione e l’elevazione dei suoi edifici, per avere uno schema chiaro del risultato finale.

L’effetto prospettico nei suoi palazzi non ha alcuna rilevanza, perché egli non tratta gli edifici in senso pittorico, ma in senso prettamente architettonico, ovvero volumi e strutture. Egli prende in considerazione piuttosto l’aspetto funzionale.

L’autonomia della disciplina architettonica in Palazzo Farnese

Fino ad allora le due arti sorelle, pittura e architettura, si sono spesso incrociate. Adesso Antonio da Sangallo utilizza l’architettura senza elementi pittorici, svincolando l’architettura da canoni derivanti da altre discipline e trattandola come disciplina a sé stante.

Silvia Giaquinta per ArtAut.com

Bibliografia

W. Lotz (revised by D. Howard), Architecture in Italy 1500-1600, Yale University Press, 1996

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