Nel pieno centro di Bologna, andando verso via Santo Stefano e arrivando nell’omonima piazza, possiamo trovare il complesso di Palazzo Beccadelli a Bologna. Si tratta di un complesso di piccoli edifici chiamati anche “case Beccadelli”. Questo complesso mostra i primi sintomi dell’influenza rinascimentale di matrice fiorentina nell’architettura bolognese.

La Famiglia Beccadelli
A Bologna vi erano diverse famiglie ricche che comandavano la città. Abbiamo già parlato della potente famiglia Bentivoglio in Palazzo Bentivoglio e Palazzo Bentivoglio.
La Famiglia Beccadelli era un’altra famiglia ricca e potente che divenne famosa tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500.
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Date le numerose famiglie ricche che abitavano la città, Bologna è sempre stato un luogo di ricca edificazione privata. Sono tanti i palazzi che costellano la città. Nel seguente libro di Maurizio Ricci viene esplorato come il governo bolognese e le sue dinamiche con il potere centrale influenzino l’arte, in particolare l’architettura. Tale lettura si propone come approfondimento della storia architettonica di bologna, sottolineando l’importanza dei committenti diversi nella determinazione degli esiti artistici, evidenziando il contrasto tra tradizione locale e influenze esterne, specialmente da Roma.

Eventi storici come l’ingresso di Giulio II a Bologna e incontri tra figure chiave enfatizzano questa dinamica. Il libro analizza anche come i principali progetti di costruzione, come la chiesa di San Petronio, riflettano queste interazioni. Copre un periodo di cinquant’anni, marcato da un cambiamento significativo nella tradizione artistica, culminando con l’opera dei Carracci nel Palazzo Fava, e palazzo Beccadelli, focus centrale del seguente articolo, sono solo alcuni degli esempi di splendori architettonici della città di Bologna
Palazzo Beccadelli a Bologna
Palazzo Beccadelli, costruito all’incirca nel 1455, risale ad un periodo importante per Bologna.
Ricordiamo che nello stesso periodo, il papa umanista Nicola V impose all’antica università di Bologna di rinnovare il proprio curriculum, inserendo anche studi classici.
Questo cambio di curriculum influenzò anche l’arte e l’architettura. In essa vediamo i primi echi rinascimentali derivati da Firenze, aprendo Bologna alle novità stilistiche classiche.
Fusione tra medievale e rinascimento
Il palazzo preesistente è medievale. Vediamo i particolari del portone d’ingresso con il caratteristico arco a sesto acuto, tipico elemento medioevale. Tutto il muro sotto il portico risale allo stesso periodo, mentre il portico è tipicamente rinascimentale. Nel portico vediamo gli archi tondi con colonne in mattone bolognese e capitelli classici.
L’architetto sconosciuto di Palazzo Beccadelli
Non sappiamo chi fu l’architetto di questo edificio, ma vediamo che prese come riferimento il modello Milanese di Filarete nella Ca’ Grande, dello stesso periodo.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale
L’edificio andò incontro a diverse modifiche causate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, in particolare il piano nobile venne totalemten distrutto e ricostruito.
In tempi recenti venne aggiunto l’ultimo piano, che quindi è un’aggiunta moderna.
Nel piano nobile è possibile vedere le tre grandi finestre a sesto acuto, oggi murate a causa di alcuni restauri moderni che ne hanno alterato totalmente la facciata con l’aggiunta di finestre che non tengono in alcun modo in considerazione l’edificio preesistente.

Influenze di Brunelleschi nel Palazzo Beccadelli a Bologna
Accanto al Palazzo principale troviamo un altro edificio appartenente al complesso delle case Beccadelli. Nel palazzo accanto vediamo una cornice che richiama lo stile di Brunelleschi, evidenziando come nel tempo la rinascita fiorentina abbia influito nella costruzione di questi edifici.
Il portico è composto da un singolo arco tondo con una cornice brunelleschiana e i tondi che richiamano l’ospedale degli innocenti. Anche il piano nobile adesso apporta delle novità nelle finestre, adesso decorate da una cornice di pilastri e trabeazione classica.
Il mattone bolognese e la sagramatura
Un focus importante sono i materiali utilizzati per la costruzione, ovvero il tipico mattone in terracotta bolognese. In particolare possiamo analizzare le colonne gotiche con delle scanalature oblique. Possiamo vedere la capacità tecnica dei lavoratori bolognesi nel comporre una colonna interamente in piccoli mattoni per dare l’effetto di una colonna monolitica.
Questa tecnica, ovvero dare l’effetto di pietra monolitica a elementi costruiti da singoli mattoni, si chiama “sagramatura”. Si tratta di un termine bolognese che deriva da “sagra mer”, derivante dal latino “sericum”, ovvero “seta”.
Questa era una tecnica di rifinitura. Quando la colonna e il muro in mattoni di terracotta erano completi, si prendeva un mattone in terracotta ancora fresca e si strofinava sulla superficie. Il mattone polverizzando riempie gli spazi tra i mattoni, creando una superficie solida e liscia.
Bibliografia
M. Ricci, Bologna e Carpi, in Storia dell’architettura italiana. Il primo Cinquecento