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Roma e il Palazzo Stati Maccarani di Giulio Romano

A Roma sono numerosi gli edifici e le chiese da ammirare rilevanti dal punto di vista storico e artistico. Tra i palazzi privati spicca a Roma il Palazzo Stati Maccarani di Giulio Romano.

SI tratta dell’ultimo lavoro del famoso architetto e artista Giulio Romano, dunque ne possiamo ammirare la piena maturità stilistica.

Per approfondire la figura di Giulio Romano, ArtAut – Art and Beyond consiglia un libro che approfondisce la sua carriera e influenza. Approfittando degli spunti del convegno ‘Giulio Romano e l’arte del Cinquecento’, questo testo è ideale per chi desidera esplorare più a fondo questo maestro del Rinascimento nel contesto del nostro articolo.

Storia del Palazzo Stati Maccarani

Il nome del palazzo è composto da due cognomi. Il primo, Stati, è il nome appartenuto ai primi proprietari del palazzo. Era dunque un palazzo privato della ricca famiglia Stati, che sfortunatamente andò in bancarotta.

Quando vendettero il palazzo le trattative per acquisire i terreni e gli edifici attorno al palazzo, con l’intenzione di ingrandire l’edificio, non erano state concluse.

Alla fine nel 1524 l’edificio venne acquisito dalla famiglia Maccarani, i quali affidarono il progetto per la ristrutturazione del palazzo a Giulio Romano.

Particolarità del Palazzo Stati Maccarani a Roma di Giulio Romano

La pianta

Quando Giulio Romano cominciò i lavori sul palazzo, solo la parte destra dell’edificio apparteneva alla famiglia, da ciò ne consegue l’asimmetria tra l’entrata principale e il cortile interno.

Oggi vediamo un cortile rettangolare, ma il progetto originale prevedeva uno spazio quadrato.

Palazzo Stati Maccarani a confronto con altri edifici

Possiamo vedere alcune similitudini con un altro palazzo romano al quale Giulio Romano probabilmente collaborò. Stiamo parlando dell’emblematico Palazzo Alberini di Raffaello a Roma.

Un altro palazzo di riferimento può essere anche il palazzo Medici Ricciardi, progettato da Michelozzo stesso nel 1444, nel quale possiamo vedere la somiglianza nella presenza di un muro massiccio e imponente.

Ma le principali fonti di ispirazione non furono solo i palazzi moderni dei suoi contemporanei e dei suoi precedenti progetti.

Di nuovo vediamo un grande interesse per le antichità che diventano fonte di ispirazione per soluzioni stilistiche innovative nell’arte e nell’architettura.

Possiamo vedere che il dettaglio del tipo di intarsiatura, il mattone rusticato, è presente anche nel Tempio di Marte a Roma.

La leggenda narra che uno dei muri appartenesse al palazzo di Giulio Cesare. Ovviamente si trattava di una leggenda metropolitana, perché le mura erano tutte di epoche molto più recenti.

Lo stile libero di Giulio Romano

Possiamo vedere che, per quanto Giulio Romano sia interessato alle rovine antiche come fonte di ispirazione, egli continua a interpretare l’architettura in maniera libera e moderna, senza applicare le leggi vitruviane, o del più recente Leon Battista Alberti con i suoi ordini architettonici.

Infatti non applica gli ordini architettonici nel pieno delle loro regole preferendo invece una facciata molto semplice.

il portale del Palazzo Stati Maccarani di Giulio Romano a Roma

Il portale è composto da blocchi in pietra che reggono un ordine dorico completo di trabeazione in pietra massiccia.

Gli elementi presenti sono stati annessi all’edificio non con funzione portante, ma sono vere e proprie decorazioni che fungono da struttura, dando solo l’illusione di equilibrio tra peso e contrappeso tra le parti.

Se fossero state effettivamente elementi portanti non avrebbero retto a causa dei muri sottili e degli equilibri precari delle parti.

Tipico dello stile di Giulio Romano è l’illusione degli equilibri, ci troviamo di fronte un’architettura impossibile, utopica, dove l’architetto usa gli elementi strutturali come decorazione per dare all’edificio un senso surreale di leggerezza illusoria e astratta.

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Giulio Romano è forse tra gli architetti più interessanti e controcorrente del suo tempo. Per i grandi appassionati di questo e architetto eclettico, consigliamo questa lettura approfondita, un’edizione illustrata e commentata in maniera completa e approfondita, acquisto ottimo per collezionisti e studiosi della materia.

Giulio Romano e la messa in discussione delle regole convenzionali

Giulio Romano nella sua architettura mette in discussione tutte le regole degli ordini architettonici così cari ad Alberti e ai suoi contemporanei impegnati nello studio dell’antico in maniera maniacale per creare un revival di un’epoca imperiale che però Giulio Romano riconosce essere di nuovo decadente in un’epoca fatta di conflitti ed equilibri di potere instabili nella Roma di inizio VI secolo, la città pontificia che stava piano piano riprendendo il potere anche attraverso la Renovatio Urbis e la rinascita artistica.

Quindi quello che accade in questo momento è una totale messa in discussione della coerenza dell’ordine architettonico classico come struttura portante, e in maniera impropria, diventa anche una messa in discussione del potere stesso.

Silvia Giaquinta per ArtAut.com

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Bibliografia

W. Lotz (revised by D. Howard), Architecture in Italy 1500-1600 (New Haven and London: Yale University Press, 1996),

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