architettura Firenze

Brunelleschi e La Cappella dei Pazzi a Firenze

La Cappella dei Pazzi in Santa Croce a Firenze è un’opera emblematica di Filippo Brunelleschi che gli fu commissionata nel 1429.

La commissione per la Cappella dei Pazzi

Il committente fu Andrea Pazzi. La cappella sarebbe servita per funzioni religiose, ma anche come stanza per le assemblee della famiglia.

Filippo Brunelleschi preparerà i progetti per la sua costruzione, ma quando egli morirà la cappella sarà ancora in costruzione.

La cappella dei Pazzi sarà talmente importante che Papa Eugenio IV nel 1442 alloggerà in una stanza costruita sopra di essa.

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Il libro di seguito consigliato come approfondimento a questo articolo sulla Cappella dei Pazzi offre un’analisi dettagliata di Filippo Brunelleschi, mettendo in luce la sua poliedricità come artista del Rinascimento. Carlo Ludovico Ragghianti, l’autore, esamina Brunelleschi non solo come architetto e scultore, ma anche come innovatore nel processo creativo, facendo di lui una figura chiave per comprendere il Rinascimento. Questo saggio, arricchito da un approccio originale di Ragghianti, si rivela particolarmente rilevante per chi desidera esplorare il contesto storico e artistico in cui nasce un’opera come la Cappella dei Pazzi.

La pianta e il progetto per la Cappella dei Pazzi

Parte della forma della pianta deriva dell’edificio preesistente, la chiesa di Santa croce. In essa vi risiedeva un ordine monastico. Brunelleschi dovrà quindi affrontare anche delle restrizioni a livello progettuale.

Eppure in certi ambienti dell’edificio gli fu possibile progettare oltre queste restrizioni.

Per la costruzione di questa cappella era necessario fare spazio, dunque nel 1433 iniziarono i lavori di demolizione di una parte di un’arcata annessa alla chiesa.

Tra il 1459 e 1461 l’opera di costruzione della cupola e del portico verranno iniziati e portati a termine.

I muri interni furono portati a compimento. Il portone che vediamo oggi fu un’aggiunta delle maestranze che si susseguirono dopo la morte di Filippo Brunelleschi.

L’entrata tripartita trova al suo centro un quadrato con una cappella, mentre le due navate laterali possiedono una volta a tunnel.

Vennero fatte ulteriori modifiche nella sagrestia vecchia. Essa possedeva una forma cubica che ora è stata allungata.

La logica della struttura si riflette anche nei dettagli. Tutto è governato da un’insieme coerente dove esterno e interno combaciano, ma seguendo misure differenti.

Infatti sulla facciata troviamo dei pilastri uguali a quelli che si trovano all’interno dell’edificio, ma quest’ultimi sono stati tagliati in lunghezza per adeguarli alle colonne del porticato.

Il porticato

Il portico è una diretta conseguenza del chiostro gotico che vi risiede. Troviamo sei colonne che supportano una volta a tunnel al centro della quale troviamo una piccola cupola.

Per costruire la cappella dei pazzi era necessario unire la sala capitolare alla navata con cupola attraverso una trabeazione orizzontale, interrotta da un arco centrale che porta alla cupola.

Cornice e attico possiedono una meravigliosa decorazione classica con fregio e pannelli coronati da un frontone liscio.

Vi è una ricerca della semplicità formale e prospettica. Il punto di fuga è centrale e porta lo spettatore che entra nella cappella a sentirsi il centro del punto di vista.

Punto di vista del signore come simbolo del potere

Il punto di vista centrale dello spettatore era una strategia scenografica molto in voga, infatti il signore a teatro, o in questo caso nella sua cappella privata, doveva sentirsi il centro della prospettiva e da lui doveva dipendere lo spazio che si formava intorno a lui.

La cupola

Vennero fatte ulteriori modifiche per l’innalzamento della cupola, infatti la parte esterna viene alzata ulteriormente rispetto al progetto originale. Innalzando la cupola si innalza anche il tamburo oltre la facciata

Le decorazioni nella cappella dei Pazzi

Le decorazioni si contraddistinguono rispetto agli altri capolavori di Brunelleschi per ricchezza e articolazione.

Nell’intera struttura trionfa l’armonia dei colori e delle proporzioni, che concorrono tutte ad ottenere quel grande effetto scenografico che Filippo Brunelleschi cercherà di perseguire nella cappella dei Pazzi nella chiesa della Santa Croce a Firenze.

Similitudini con la sagrestia vecchia in San Lorenzo

Possiamo vedere delle chiare similitudini tra la Sagrestia Vecchia in San Lorenzo e la Cappella dei Pazzi in Santa Croce. Infatti entrambi portano la firma dello stesso autore, Filippo Brunelleschi. In molti dettagli se ne possono riconoscere le caratteristiche comuni. Un esempio è la cupola, che risulta in entrambi i casi divisa in spicchi.

Silvia Giaquinta per ArtAut.com

Bibliografia

L. H. Heidenreich (revised by P. Davies), Architecture in Italy 1400-1500 (New Haven and London: Yale University Press, 1996)

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