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La Wollongong Art Gallery tra arte Aborigena e Australiana contemporanea

La Wollongong Art Gallery è uno dei centri museali più innovativi dell’Australia. Durante la visita, emergono il fertile scambio con la comunità locale e l’importante dialogo instaurato con l’arte Aborigena contemporanea.

Fonte: dalle collezioni delle “Wollongong City Libraries” e della “Illawarra Historical Society”.


Wollongong è la terza città più popolosa del New South Wales australiano. I viaggiatori rimangono spesso affascinati dall’interdipendenza tra attività umana e dimensione naturale che caratterizza questa città di porto racchiusa dall’Illawarra Escarpment (una scarpata di montagne ricoperte da foreste pluviali). Fulcro della cultura e della comunità locale, è la Wollongong Art Gallery, una galleria d’arte Australiana, arricchita da una sezione significativa di arte Aborigena contemporanea. Dalle opere in mostra è possibile notare come arte e natura convivono in un rapporto simbiotico.

Wollongong Art Gallery

Wollongong Art Gallery
Dalle collezioni delle “Wollongong City Libraries” e della “Illawarra Historical Society”.

Informazioni pratiche sulla Wollongong Art Gallery

  • Dove: Corner Kembla and Burelli Streets Wollongong.
  • Giorni e orari: da martedì a venerdì (10.00 – 17.00) e da sabato a domenica (12.00 – 16.00). Chiusa i lunedì e nelle feste nazionali. Ingresso gratuito. La galleria è accessibile per persone con disabilità motorie, con sordità, con ipovisione o cecità.

Nascita della Wollongong Art Gallery per volere della comunità locale

La Wollongong Art Gallery si inserisce all’interno della sede dell’ex edificio del consiglio comunale, costruito da Reginald Magoffin nel 1956 in pieno stile Art Deco e poi convertito in galleria d’arte nel 1989. Alcuni dei siti topografici adiacenti, con chiari riferimenti all’architettura d’epoca vittoriana, sono i seguenti:

  • Crown St., la storica via commerciale, oggi animata dagli stand di street food locali;
  • Wollongong East Post Office;
  • Wollongong Town Hall.

Nonostante la galleria abbia raggiunto la collocazione attuale a fine anni ’80, la sua esistenza è databile già al 1951. Questo è l’anno in cui un gruppo di artisti costituisce la “Illawarra Art Society” con l’obiettivo di promuovere sia l’arte locale tramite workshop, seminari, mostre e concorsi, sia l’acquisizione di opere con i fondi comunali. Grazie alla spinta della comunità artistica locale, la neonata collezione di arte australiana dell’Illawarra approda nella sua prima sede fisica, oggi corrispondente al Wollongong Youth Centre. In seguito, vista la crescita continua della collezione – soprattutto grazie a donazioni private1 – la Wollongong Art Gallery si trasferisce permanentemente nella sua sede odierna.

Il contesto e la mission della Wollongong Art Gallery

Una volta entrati nella galleria, si legge una dichiarazione che riguarda il riconoscimento dei Dharawal, una comunità aborigena che viveva nella zona costiera compresa tra Sydney e Broken Bay2:

We show our respect and acknowledge the Traditional Custodians of Dharawal Country, Elders past and present, and extend that respect to other Aboriginal and Torres Strait Islander People.

L’obiettivo primario della galleria è di divulgare le esperienze artistiche della regione dell’Illawarra, tra il passato (soprattutto a partire dal periodo coloniale ottocentesco) e il presente, con un impegno particolare nel riconoscere la diversità culturale della regione, soprattutto per quel che riguarda l’arte aborigena.

La galleria, in quanto spazio pubblico al servizio della comunità, dimostra la volontà di prendere consapevolezza delle ingiustizie passate, legate allo sradicamento forzato ed ai massacri delle comunità aborigene dell’Illawarra ad opera dei coloni occidentali. Per questo, si adopera attivamente ad esporre artisti aborigeni della regione e del resto del continente, oltre a fornire ai visitatori un kit che contestualizzi storicamente e culturalmente le opere di maggiore spicco.

Non mancano occasioni di collaborazione tra la Wollongong Art Gallery e realtà aborigene del territorio, prima fra tutte la Coomaditchie United Aboriginal Corporation.

Arte e comunità locale

Lo spazio della galleria può essere noleggiato ed offre un programma assai diversificato di eventi ad ingresso libero, dai talk con artisti alla visione di film e documentari, dai concerti ed i laboratori d’arte alle residenze d’artista.  

Durante il percorso visita, si può raccogliere un fascicolo relativo ad un sondaggio effettuato dalla municipalità di Wollongong e rivolto all’intera comunità. Si tratta di un modo possibile per avviare una discussione costruttiva e partecipata sullo stato attuale dell’offerta culturale locale, oltre che di un format capace di far germogliare nuove progettualità.

La collezione permanente di Arte Aborigena contemporanea

A partire dai mesi invernali del 2023 fino a giugno 2024, è possibile ammirare una porzione della collezione di arte aborigena contemporanea della galleria, consistente in una collezione di stampe che catturano le storie di tenerezza, cerimonia, erotismo, amore/magia e del “Dreamtime”3 di diverse comunità dell’Illawarra. Alcune opere che spiccano nella sala ex consiliare al primo piano dell’edificio sono le seguenti:

Ronnie Lawson Jakamarra, Women’s Dreaming, 2003.

Un’opera che si riferisce all’usanza comune presso le donne aborigene di abbandonare la terra in cui sono nate nel caso in cui si sposino con un uomo appartenente ad un “skin group”4 diverso dal proprio. I segni astratti rappresentano il tentativo di alcune donne di far ritorno alla loro terra d’origine, tuttavia, i loro movimenti vengono ostacolati dai nuovi compagni. Nella serigrafia, l’artista si esprime attraverso il tipico puntinismo aborigeno, una scelta di colori nitidi e delle linee eleganti, metafora dei personaggi della storia e delle traiettorie dei loro movimenti.

arte aborigena contemporanea
Ronnie Jakamarra Lawson, Womens Dreaming (love magic), 2003, serigrafia.

Abie Jangala, Katinpatimpa, 2002.

La stampa è stata realizzata a partire dalla traccia che l’artista ha lasciato nella sabbia (non riusciva più a dipingere ed è morto tre settimane dopo il racconto) mentre raccontava una storia che si è svolta presso Thompson’s Rockhole nel deserto di Tanami. Nel racconto, un uomo di nome Katinpatimpa diventa oggetto di desiderio di due sorelle che vivevano a Thompson’s Rockhole. Katinpatimpa decide di sposarle entrambe, tuttavia, scatenò su di sé l’ira di uno spirito dell’acqua, chiamato Ngapa. Lo spirito dell’acqua colpì più volte Katinpatimpa con fulmini e boomerang, fino a rompergli una gamba. Dopo vari scontri, Katinpatimpa viene ucciso da Ngapa e si trasformò in una pietra. Quella pietra è ancora lì oggi.

Abie Jangala, Katinpatimpa, 2002, acquaforte e acquatinta.

Gulumbu Yunupingu Seven Sisters, 2001.

La serigrafia raffigura sette sorelle che cacciano a bordo di una canoa. Dopo la battuta di caccia, fanno ritorno con cibi diversi, a seconda delle stagioni (una tartaruga, un pesce, un serpente dell’acqua e delle bacche). Oggi le sorelle hanno trovato il loro posto in cielo, costituendo la costellazione delle Pleiadi. Le stelle di questa costellazione appaiono chiaramente durante le stagioni più propizie sia per la caccia che per la raccolta di bacche. L’artista crede che la notte stellata sia capace di unire le persone di ogni luogo ed epoca. In fondo, basta alzare il mento e ammirare le stelle per sentirsi in armonia con l’universo.

Wollongong Art Gallery Gulumbu Yunupingu, Seven Sisters, 2001, serigrafia arte aborigena
Gulumbu Yunupingu, Seven Sisters, 2001, serigrafia.

“Flow Contemporary Watercolour Prize” (2023): mostra temporanea di arte Australiana contemporanea

Nello stesso piano, in una stanza adiacente, vengono presentate circa ottanta opere prodotte per il “Flow Contemporary Watercolour Prize”, un concorso a cadenza biennale aperto ad artisti provenienti da tutto il continente australiano. Il concorso incoraggia i partecipanti a sperimentare con la tecnica dell’acquerello su diversi supporti, oltre che in combinazione con altri medium (acrilico, gauche, inchiostro, penna, collage).

Nei lavori esposti si nota un grande interesse per il mondo naturale, soprattutto per gli ambienti acquatici. Secondo Beatrice Gralton, curatrice del Brett Whitely Studio presso la “Art Gallery of New South Wales”, nonchè giudice della gara, l’acquerello è un medium adatto a suggerire una grande poeticità nell’incontro tra l’umano e la natura.

Vincitrice del concorso: Natalya Hughes

Si tratta di un’artista attiva con sede a Brisbane. Nella sua opera intitolata Blue Girl in the Sun, l’acquerello si mescola al guazzo e all’acrilico, creando un prezioso effetto decorativo ed ornamentale.

Natalya Hughes, Blue Girl in the Sun, 2022, acquerello, guazzo e acrilico su carta pressata a freddo. Courtesy of Wollongong Art Gallery.

La pratica artistica di Hughes consiste in una rivisitazione femminista di modelli artistici maschili (come de Kooning o Kirchner). Il nudo sembra quasi dissolversi in un pattern di colori giustapposti ed è l’artista stessa che dichiara di essersi ispirata ai tessuti tipici degli anni Cinquanta per i suoi elementi decorativi. Emerge in questo modo l’immagine astratta e instabile di un semi-nudo femminile rivisitato e distorto: la donna non intende più rimanere immobile sotto il peso del “male gaze”, bensì reagisce. L’opera è stata acquistata dalla Wollongong Art Gallery al prezzo di 20.000 $.

Finalista del concorso: Stephanie Monteith

Una delle finaliste in mostra è Stephanie Monteith. Lavora a Sydney e realizza opere sia in studio che en plein air. Costruisce accuratamente le sue scene di natura morta, nelle quali inserisce sempre un elemento di ritratto o di figurazione umana. Nell’opera, l’artista sfida la rappresentazione tradizionale delle nature morte. In questo modo permette al pubblico di vedere, in primo piano, il “back-stage” dell’opera nel suo farsi.

Stephanie Monteith, Drawing, 2021, acquerello, acrilico e matita su carta.

Finalista del concorso: Tash Jackson

Un’altra artista finalista del concorso, con base a Melbourne. Anche Jackson gioca sul ribaltamento dei punti di vista. In questo modo genera in chi guarda l’illusione di trovarsi sotto la superficie dell’acqua, increspata dal movimento delle mani. È interessante notare come l’artista abbia deciso di utilizzare un supporto non tradizionale per l’acquerello. Utilizza dei pannelli di legno separati che, nel loro insieme, costituiscono un’opera modulabile in diversi modi.  

Tash Jackson, Glass Lakes, 2023, acquerello su carta e applicata a pannelli di legno.

Finalista del concorso: Viola Dominello

Dominello ha partecipato al concorso con il suo acquerello in formato leporello. Nello statement che accompagna l’opera, l’arista riporta le seguenti parole:

“(…) il lavoro è una risposta en plein air alla boscaglia nella zona di Hawkesbury. Si tratta degli alberi le cui relazioni sono un vitale patrimonio ambientale. Le loro caratteristiche fisiche, tronchi, rami e foglie, mediano altre connessioni importanti e modelli di complessa connettività che ho creato attraverso il formato a concertina.”
Wollongong art Gallery Gulumbu Yunupingu, Seven Sisters, 2001, serigrafia arte aborigena
Viola Dominello, Marramarra Bushland, 2023, acquerello su carta.

“Horny Sticks and Whispering Lines”: mostra temporanea di un artista australiano locale

La mostra temporanea “Horny Sticks and Whispering Lines” occupa quasi per intero gli spazi espositivi al piano terra della galleria. In questa occasione, viene riletta la vita e l’opera dell’artista australiano Ian Gentle (1945-2009), un personaggio che ha animato per molti anni la scena artistica dell’Illawarra. Egli è stato vincitore del Blake Prize nel 1979.

La mostra si compone principalmente di oggetti tridimensionali, ma anche di fotografie, acqueforti e serigrafie. È possibile rintracciare nell’Arte Povera e nel Minimalismo la base da cui prende avvio l’arte di Gentle.

La natura come materia prima dell’arte

L’artista utilizza i rami degli alberi di eucalipto come materia prima delle sue creazioni. Come per la maggior parte degli artisti australiani e aborigeni presenti nella galleria, il paesaggio naturale – e il rapporto empatico e simbiotico che si instaura con esso – è onnipresente. Esso assume quasi un sapore atemporale nell’arte di Gentle.

Le sue sculture lignee e antropomorfiche sembrano venire da un tempo preistorico. Sono simili a dei reperti fossili che raccontano di quando il mondo umano e naturale non erano poi così distaccati fra loro.  

Tra antropomorfia e zoomorfismo

L’artista unisce diversi rami per mezzo di un filo di metallo. Smussa i punti di attacco, creando in tal modo una variegata serie di rappresentazioni astratte ed essenziali di animali australiani. Tra questi, spiccano il platypus, i coccodrilli ed i serpenti, oltre ai cockatoo e le formiche. Inoltre, vi sono opere a metà tra oggetti d’arredo ed esseri animali, simili a degli insetti stecco.

arte aborigena

In ogni opera emerge anche la formazione artistica di Gentle come pittore. L’artista cura molto gli aspetti compositivi – luminisitici, facendo così emergere le forme nella loro essenza più profonda e primitiva. Gli oggetti trovati – raccolti durante le sue passeggiate nei dintorni boschivi della città – sono il suo principale veicolo espressivo per “dipingere” nello spazio.

Le opere di Gentle invadono lo spazio della galleria. In alcuni casi escono letteralmente uscire fuori dal muro o si arrampicano sui tavoli espositivi.

La mostra celebra il ruolo influente di Gentle sulla comunità artistica dell’Illawarra. Pertanto, il suo lavoro viene inserito tra gli interventi appartenenti ad una serie di artisti più giovani. Alcuni di questi – Judy Bourke e Noel Thurgate per citarne alcuni – furono anche allievi/e di Gentle quando teneva il corso di scultura all’Università di Wollongong.

Rinascita della Clifton School of Arts sotto la spinta della comunità locale

Dal 1986 fino alla sua morte, Gentle lavorò nel suo studio sistemato dentro la Clifton School of Arts. Si tratta di un edificio in stile vittoriano con una spettacolare posizione a picco sull’oceano. L’edificio è caduto in disuso a partire dagli anni ’50. Assieme alla spinta propulsiva di alcuni residenti, Gentle si è battuto per la rivalorizzazione del sito.

Dalle collezioni delle “Wollongong City Libraries” e della “Illawarra Historical Society”.

Dopo numerosi restauri, l’edificio è rinato come un centro di formazione artistica di alto livello. Costituisce, insieme alla Wollongong Art Gallery, uno dei punti di riferimento più dinamici per la comunità locale.


  1. La prima grande donazione arriva nel 1975 da Bronius (Bob) Sredersas, un collezionista lituano-australiano. Nel 1986 segue un’altra donazione significativa per il consolidamento del nucleo di arte aborigena della galleria: si tratta di cortecce decorate, dipinti, bastoni cerimoniali e incisioni ricevuti da Dr Ronald e Mrs Alison Fine.  ↩︎
  2. I ritrovamenti archeologici e le evidenze scientifiche dimostrano che i popoli aborigeni hanno abitato nella zona meridionale della costa del New South Wales per almeno 20.000 anni. ↩︎
  3. Il “Dreamtime” aborigeno, letteralmente “il tempo del sogno”, si riferisce all’epoca degli antenati, durante la quale originarono una serie di racconti mitici volti a spiegare l’origine del mondo e che sono considerati alla base del substrato culturale, sociale e fisico dell’Australia aborigena. Seppur riferito ad un periodo di creazione ancestrale, il “Dreamtime” continua tutt’oggi a influenzare le credenze e le pratiche spirituali e culturali degli Aborigeni. Per questi ultimi, è ancora possibile comunicare con i propri antenati attraverso cerimonie, rituali, canti e stati di trance. ↩︎
  4. L’espressione si riferisce al sistema sociale e di parentela ancora in atto presso i vari gruppi aborigeni in Australia. Si tratta di un insieme di regole che influiscono sulle loro vite quotidiane, sulle relazioni e le responsabilità sociali, sui loro diritti e le cerimonie. ↩︎

Bianca Spinelli per ArtAut.com

Riferimenti

https://www.wollongong.nsw.gov.au/whats-on/news-and-alerts/news/news/2023/september-2023/getting-into-the-flow-of-watercolour-at-wollongong-art-gallery.

https://www.nationalparks.nsw.gov.au/visit-a-park/parks/illawarra-escarpment-state-conservation-area.

https://www.planning.nsw.gov.au/sites/default/files/2023-10/wonderwalls-wollongong-case-study.pdf.

https://www.wollongong.nsw.gov.au/__data/assets/pdf_file/0038/177797/Animating-Wollongong-Public-Art-Strategy-2022-2032.pdf.

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