La corte del Belvedere a Roma ha avuto una lunga storia conclusasi infine in un nulla di fatto. Il progetto compiuto sarebbe stato un esempio di arte rinascimentale senza precedenti per un progetto di un giardino privato ideato per il papa.
Per molto tempo vennero mandati avanti i lavori a partire dal 1503, ma vennero interrotti bruscamente a causa di diversi avvenimenti storici. Quello che vediamo oggi è il risultato di oltre tre secoli di cantiere. Gli ultimi lavori vennero ultimati solo nel 1800. Al rallentamento dei lavori concorreva anche il dispendio economico che questo grandioso progetto comportava.
La Renovatio Urbis Romae
Fu il primo progetto che Giulio II volle ordinare per la Renovatio Urbis di Roma. L’obiettivo era donare al suo palazzo la vista di un grandioso giardino visibile anche dall’esterno degli edifici vaticani. In questo modo sarebbe diventato una parte integrante dello skyline romano, oltre a rappresentare uno status symbol della chiesa.
Il progetto mastodontico, che non venne mai realizzato nella sua totalità, prevedeva, secondo i progetti cartacei, una grandezza di 300 metri per 24 metri circa.
In questo articolo andremo ad analizzare le particolarità di questo grande progetto iniziato da Bramante, e terremo il focus sulle innovazioni attuate da questo grande artista.
Obiettivo del giardino della Corte del Belvedere
La corte, o giardino del Belvedere, serviva a colmare il grande spazio che divideva i vecchi palazzi pontifici vicino alla Basilica di san Pietro, e la villa di Innocenzo VII che sorge sulla valle nord della collina vaticana.
Era previsto l’innalzamento del suolo per avvicinarsi il più possibile ai terrazzamenti presenti nella villa. L’innalzamento doveva essere ottenuto tramite scalini, sistemi di logge e corridoi che si articolano su più livelli.
Inoltre nel giardino andavano esposte le numerose statue antiche appartenenti alle collezioni del papa.
Una delle più importanti novità della collezione di statue fu il Laocoonte, ritrovato proprio in quegli anni. Si trattava di un’opera perduta e finalmente ritrovata. Essa meritava un posto d’onore nella collezione e una posizione di rilievo in un giardino importante almeno quanto la statua stessa.
La Corte del Belvedere come un moderno Colosseo
Ma la corte non aveva solo la funzione di giardino. Infatti il giardino che avrebbe dovuto contenere le statue avrebbe occupato solo i due terrazzamenti superiori.
Più della metà della corte sarebbe stata occupata invece da una grande arena per degli spettacoli d’intrattenimento. All’occasione questo spazio sarebbe stato riempito di acqua per lo svolgimento di battaglie navali.
L’idea era dunque quella di creare un moderno Colosseo privato per il diletto del papa che voleva essere visto come un imperatore romano dell’era rinascimentale. La parte inferiore del giardino forma la parte nord del palazzo privato di papa Alessandro VI Borgia, palazzo nel quale si trovano le famose stanze di Raffaello, dipinte sotto il papato di Giulio II.
Questa parte di villa è posizionata di fronte una grande scalinata che avrebbe portato a un’esedra, ovvero uno spazio semicircolare, come un teatro, ma questo elemento oggi non esiste più. Le scale che portano a questo livello del giardino hanno piuttosto una funzione estetica, perché poco funzionali alla deambulazione.
Per avere una vista totale della corte era necessario affacciarsi dalle stanze di Raffaello, dove una finestrella si affaccia sul giardino.
Similitudini tra il tempietto di San Pietro e la Corte del Belvedere
Possiamo fare dei paragoni con un’altra opera di Bramante. Il tempietto di san Pietro in Montorio è sicuramente un progetto dalle dimensioni infinitamente ridotte rispetto alla corte del Belvedere, ma è comunque possibile leggere in entrambi degli elementi comuni che portano la firma di Donato Bramante.
Il punto di vista è fondamentale e particolare in entrambi i progetti. L’utilizzo della prospettiva e del punto di vista nel Tempietto di san Pietro è posto al di fuori, dando il focus sulla parte esterna così imponente e massiccia, che invade lo sguardo e lo spazio del visitatore.
Il punto di vista diventa di nuovo fondamentale anche nella Corte del Belvedere. La differenza sostanziale sta nel fatto che nella corte poggiamo lo sguardo su un open space che però ci invade nella sua grandiosità, proprio come in san Pietro in Montorio.
Bramante sa utilizzare la prospettiva in maniera sapiente in modo da ottenere un insieme pittorico che unisce architettura e paesaggio, facendo sempre riferimento alla riscoperta ideologica degli edifici classici romani, dai quali egli non smette mai di trarre ispirazione per creare innovazioni stilistiche.
Possiamo notare elementi che richiamano edifici antichi precisi, come ad esempio:
- La casa dorata di Nerone
- Tempio di Palestrina
- Ippodromo nel palazzo imperiale nella palatina
- Villa Adriana di Tivoli
Egli si ispira a queste grandiose antichità per competere con esse e dare lustro all’impero papale.
Per quanto il progetto originale di Bramante portasse in sé grandi novità e caratteristiche uniche, esso venne cambiato durante i lunghi lavori durati almeno 50 anni. Il progetto venne modificato nel 1580 sotto il papato di Sisto V. Vennero fatte molte modifiche, ma il cantiere della corte del Belvedere non verrà mai portato realmente a termine.
Silvia Giaquinta per ArtAut.blog
Bibliografia
W. Lotz (revised by D. Howard), Architecture in Italy 1500-1600 (New Haven and London: Yale University Press, 1996)